APPUNTI DI VIAGGIO IN COSTA D'AVORIO

Il 22 marzo 2002, il Presidente dell’Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali Dott. Ernesto Carpintieri, la Presidente di Missione Futuro Onlus Dott.ssa Carmen Seidel e il membro del Comitato Direttivo AEREC Dott. Enzo Mallamaci si sono recati in Costa d’Avorio per una missione umanitaria che prevedeva la consegna di un ingente quantitativo di medicinali, una serie di visite mediche, alcuni incontri con alte autorità del Paese e un nuovo sopralluogo a Songon, ove sono iniziati da qualche settimana i lavori di realizzazione del Presidio Sanitario promosso dall’AEREC in collaborazione con l’Istituto della Congregazione delle Suore di Santa Maria Consolatrice. Quello che segue è il Diario di Viaggio tenuto dalla Dott.ssa Seidel nel corso della missione durata complessivamente otto giorni.

Venerdì 22 marzo
Arriviamo in serata ad Abidjan, capitale economica della Costa d’Avorio. Con noi hanno viaggiato 100 kg di medicinali, l’elettrocardiografo donato all’Accademia da Marco Maglione della ditta Esaote, e alcune borse capienti che contengono giocattoli e materiale scolastico destinati ai bambini di Songon. Veniamo accolti da alcuni membri del personale della Valtur che, su raccomandazione del Presidente Comm. Carmelo Patti, membro del Consiglio Direttivo dell’AEREC e della nostra Accademica Dott.ssa Maria Concetta Patti Amministratore Delegato della Società, ci avrebbero agevolato in varie circostanze. Le operazioni di controllo e di dogana vengono espletati con grande rapidità, grazie alla segnalazione giunta dall’Ambasciata ivoriana in Italia. L’impatto con il caldo e l’umidità è molto forte.

Sabato 23 marzo
Giornata dedicata ad organizzare il programma della nostra permanenza, a trovare una macchina sicura con un autista affidabile che ci avrebbe accompagnato nei giorni seguenti.

Domenica 24 marzo
Domenica delle palme. Alle 7 del mattino, il nostro autista Moumouni, che si dimostra da subito puntuale, fedele, attento e anche un ottimo assistente ed intermediario per i nostri incontri, ci attende per condurci a Songon. Un viaggio di due ore e mezzo su strade trafficate e poco sicure, un sacrificio cui ci saremmo dovuti sottoporre due volte al giorno, tutti i giorni.
Ore 9.30: tutto il villaggio è lì ad attenderci, insieme ai sacerdoti pronti per la benedizione delle palme, una cerimonia che viene tradizionalmente accompagnata da canti e balli tribali e alla quale segue una processione verso la Chiesa. La messa dura circa due ore e viene celebrata all’aperto, con una partecipazione numerosissima e molto coinvolgente, accompagnata da canti e balli. Ognuno tiene in mano una foglia di palma e c’era anche chi la intreccia abilmente fino ad ottenere una forma di croce. Quando la Messa volge quasi al termine, il sacerdote e il capovillaggio, il deputato Barthelémy Ahoulé, ci presentano alla folla ringraziando Dio (“Sono venuti nel nome del Signore”) e benedicendoci. Finita la messa, salutati i nostri amici che ci hanno manifestato tanto calore e amicizia, distribuiti diversi pacchi di caramelle, ci rechiamo sul terreno ove sta sorgendo il Presidio Sanitario promosso dalla nostra Accademia per effettuare un primo sopralluogo. Un grande cartello è stato posizionato all’ingresso: ci commuoviamo subito, poiché è il segno della definitiva apertura di quel cantiere che stiamo sognando da tanto tempo. Subito dopo notiamo che gli operai hanno già terminato le fondamenta e iniziato la lavorazione a mano dei mattoni di sabbia che vengono lasciati ad asciugare al sole.

A pranzo ci aspetta a casa sua, accogliendoci come sempre con grande affetto ed ospitalità il nostro amico il deputato Barthelémy, con la tavola imbandita delle pietanze tipiche preparate con molta cura dalle donne del villaggio. Abbiamo notato che molta gente si era già radunata sotto casa sua non solo per salutarci ma anche perché si era sparsa la voce che avremmo iniziato le prime visite mediche in quello stesso pomeriggio. Dal momento che si tratta di un numero considerevole di persone, in maggioranza donne e bambini, dobbiamo compiere subito una scelta operativa: in quel pomeriggio avremmo effettuato visite esclusivamente alle persone anziane, rimandando le visite ai bambini il giorno seguente, a scuola.

A fine giornata tanta stanchezza, ma quanta gioia!

Lunedì 25 marzo
Davanti alla scuola di Songon troviamo ad aspettarci tantissime mamme con i loro bambini. Cominciando le visite, ci rendiamo contro che la maggior parte dei nostri piccoli pazienti soffrono di bronchite cronica, broncopolmonite (meno male che avevamo portato con noi dall’Italia tantissime confezioni di antibiotici pediatrici – così eravamo anche in grado non solo di visitare, ma anche di curare), otiti e di malattie della pelle; queste ultime, che si manifestano sotto forma di piaghe sui corpicini e spesso sulla testa – sono il risultato di punture dei numerosi insetti e zecche che infestano la zona, di micosi e soprattutto di mancanza di igiene. Riscontriamo anche malformazioni, casi di tubercolosi, Aids (la vera piaga del Paese e dell’Africa in generale), poliomielite e tantissima avitaminosi. Possiamo contare sulla preziosa assistenza del nostro amico Pascal, anch’esso affetto da poliomielite, che prende per noi appunti, segna i nomi e spiega la posologia dei medicinali alle mamme dei bambini. Nell’occasione, approfittiamo ancora per regalare caramelle, gomme da masticare e penne – che vengono sempre accolte come se fossero oro. Lasciamo anche dei borsoni di materiale scolastico e giocattoli alla maestra della scuola con l’intenzione di distribuirle personalmente nei giorni successivi – purtroppo, poi, non ci sarebbe stato il tempo.
Dopo aver pranzato nuovamente a casa di Barthelémy, torniamo a visitare molte altre persone anziane e donne, vivendo anche qualche momento di panico per la quantità di gente convenuta che spinge verso di noi, quasi togliendoci l’aria nell’angusto spazio dove abbiamo allestito il nostro piccolo ambulatorio. Nelle visite di oggi riscontriamo soprattutto casi di pressione alta, tachicardia, disfunzione tiroidea, reumatismi, artrosi (frutto dell’alta umidità), lombaggini, gastriti e grave mancanza di vitamine e minerali come anche di igiene. Anche oggi non mancano i casi di tubercolosi e di Aids.
 

Martedì 26 marzo
La giornata odierna è dedicata ad incontri e colloqui con le autorità del Paese. Alle 10 siamo attesi dal Primo Segretario dell’Ambasciata Italiana in Costa d’Avorio, Dott. Luigi Scotto, che sta svolgendo le funzioni dell’Ambasciatore, che in quei giorni si trova in Italia. A lui illustriamo il nostro progetto di Songon, manifestandogli le nostre perplessità riguardo le spedizioni future di materiale e medicinali. Lui ci dà ampie rassicurazioni sull’assistenza e l’appoggio da parte dell’Ambasciata. Lo informiamo anche che alcuni membri della nostra Accademia ci hanno manifestato interesse ad effettuare scambi commerciali ed economici con la Costa d’Avorio. Lui ci segnala che anche gli scambi culturali hanno grande importanza, e sottolinea come sia importante non guardare solo alla povertà e ai problemi del paese ma anche alle sue bellezze e risorse che sono davvero molteplici.

Ci rechiamo all’Istituto di S. Maria Consolatrice dove ci aspettano la Superiora Suor Fiordalisa, appena rientrata dalla sede del Burkina Faso, Suor Rita, formatrice delle novizie, Suor Lilia e le novizie. Suor Rita, padrona della lingua francese – per la quale noi abbiamo qualche difficoltà – effettua per noi le ultime telefonate per fissare e confermare i nostri appuntamenti per giovedì. Pranziamo all’italiana e approfittiamo di un’ora libera dagli impegni per visitare un mercato tipico ed acquistare alcuni souvenir.

Alle 15 ci attende la Sig.ra Roberte Tania Amani, rappresentante della Promexa. Quest’ultima è un’Associazione professionale creata nel 1995 da operatori privati operanti nel settore agricolo e agroindustriale non tradizionale per l’incremento dell’esportazione. Troviamo ancora una volta grande interesse e disponibilità a collaborare con noi e ci lasciamo dopo aver stabilito che l’Associazione segnalerà e creerà contatti utili all’Accademia.

Ore 15.45. Appuntamento negli uffici di Apex-Ci, rappresentata dal Direttore amministrativo e finanziario Ahuié Kouakou. Si tratta di un’Associazione che opera per rinforzare la capacità di esportazione delle imprese ivoriane, e fornisce assistenza pratica, tecnica e informativa per promuovere prodotti e servizi ‘Made in Ivory Coast’ nei mercati esteri. Oltre a questo, ospita un centro informazione per imprese locali e interlocutori esteri, e si occupa di finanziamenti. Anche qui c’è una sincera disponibilità alla cooperazione con l’Accademia, a partire da un gemellaggio tra le due associazioni che ci viene suggerito dallo stesso Kouakou.

Ore 16.30 Appuntamento al CEPICI, Centro di promozione investimento della Costa d’Avorio, collegato con l’ufficio del Primo Ministro. Ci riceve il Direttore Generale Godé Pierre Dagbo che ci spiega come le imprese in Costa d’Avorio abbiano difficoltà di espansione in mancanza di finanziamenti. Le banche che sono ancora coloniali, infatti, non effettuano finanziamenti e comunque il rapporto con loro è difficile (per fare due esempi: per avere un blocchetto di assegni ci vogliono circa due mesi, mentre avere una carta di credito è pressoché impossibile). Porta d’ingresso dell’Africa che annovera 150 milioni di abitanti, la Costa d’Avorio sconta tante mancanze gravi, come la carta, che viene importata dal Canada, ma mancano anche industrie farmaceutiche e siringhe. In compenso ci sono grandi possibilità per il turismo, per la grande industria, per l’edilizia pubblica e per il settore immobiliare. La disponibilità del Direttore Generale ci sarà certamente preziosa, se si pensa che egli lavora a stretto contatto con il Primo Ministro della Costa d’Avorio.

Mercoledì 27 marzo
Torniamo ad occuparci delle visite mediche del nostro villaggio. Noi che pensavamo di aver esagerato, portando con noi ben 100 kg di medicinali, ci rendiamo conto di averli quasi finiti. Dove riscontriamo che non abbiamo i medicinali adatti per una cura, prendiamo nota del nome del paziente e della sua malattia per inviarli successivamente. La gente è sempre tanta e quindi chiediamo di dare la precedenza ai casi più gravi. Richiesta vana: tutti, infatti, insistono per essere visitati. Dopo otte ore di lavoro ininterrotto, siamo davvero stremati e decidiamo di concludere. Chi resta fuori ci dimostra il suo disappunto, c’è anche chi si arrabbia vistosamente. Dovremmo venire più spesso a Songon!

Giovedì 28 marzo
Di nuovo ad Abidjan, dove ci aspettano talmente tanti appuntamenti che temiamo di non riuscire a rispettare la nostra tabella di marcia.

Alle nove abbiamo appuntamento con il Vescovo di Abidjan, Mons. Laurent Akran Manjo. Anche lui mostra sincero entusiasmo per il nostro progetto ma si presenta con un po’ di ritardo e questo ci creerà qualche problema.

Alle 9.30, infatti, eravamo attesi dal Ministro della Sanità ma arriviamo solo alle 10, quando lui ha dovuto lasciare il Ministero per sopraggiunti impegni. Ci fa comunque ricevere dal suo Gabinetto al completo, a partire dal Capo di Gabinetto Aggiunto Daniel Komet. I funzionari ci illustrano la grave situazione nella quale versa la sanità in Costa d’Avorio a causa di una perdurante mancanza di fondi. Da qui, un grande apprezzamento ed ammirazione per la nostra iniziativa. Ci spiegano che le visite mediche qui sono tutte a pagamento e che è stato stabilito che per ogni medicinale, indipendentemente dal tipo o dalla categoria, l’ivoriano deve spendere l’equivalente di 30.000 lire italiane. In particolare, il Capo di Gabinetto mostra grande interesse per il nostro progetto legato alle donne africane, ritenendolo molto importante per la Costa d’Avorio.

A causa dei ritardi cumulati, alle 11.00 manchiamo all’appuntamento fissato con Il Ministro per gli Affari Sociali e la Solidarietà Mme Clotilde Ohouochi che avevamo già conosciuto in occasione della sua partecipazione alla nostra Convocazione Accademica a Roma il 16 marzo scorso. Restiamo d’accordo di sentirci più tardi, per fissare un nuovo orario per l’incontro. Purtroppo un comune impegno istituzionale ha provocato l’improvvisa e imprevedibile indisponibilità di tutti i Ministri che dovevano riceverci, che comunque hanno delegato i loro più diretti collaboratori.

Ci rechiamo quindi alla Residenza del Presidente Babou dove salutiamo la moglie e ci soffermiamo a conversare con sua sorella M.me Ehivet Marie Victoire, stretta collaboratrice della First Lady e molto attiva nella solidarietà. Con lei discuto personalmente del progetto che sto mettendo a punto sulla condizione della donna africana. Il progetto prevede un programma di formazione e di assistenza per le donne ivoriane, finalizzato ad una loro emancipazione sociale ed economica. Lei si dimostra molto compiaciuta e interessata, poiché tale progetto corrisponde ad un impegno che lei ha già assunto da qualche tempo . Ci lasciamo con la promessa di restare in contatto via e-mail.

Ore 12.30 Ci avviamo verso Songon dove ci attende il Prefetto Mme Ida N. Alloh Aoussi che avevamo già incontrato in occasione del nostro viaggio precedente. L’incontro è molto cordiale, caratterizzato dal reciproco piacere di esserci ritrovati. Anche lei è molto interessata al nostro “Progetto Donna” e promette la sua collaborazione. Resteremo in contatto.

Dopo aver fatto una rapida sosta al Comune per salutare il Sindaco, giungiamo al cantiere dove notiamo con entusiasmo che i lavori proseguono alacremente e senza sosta giorno dopo giorno. Ci sono donne che tornano dalla laguna con l’acqua necessaria per il cemento raccolta dentro ciotole che portano sulla testa. Un lavoro faticoso e pesante, ma che non impedisce di manifestare la loro felicità, rispetto ad una iniziativa della quale beneficeranno insieme ai loro cari. Scambiamo qualche parola con il capo cantiere che ci assicura il suo controllo e la precisione e velocità dei lavori ma che ci sollecita anche un invio puntuale e regolare dei fondi. Qui si paga tutto in contanti e in anticipo! Lasciamo il cantiere, dove aver distribuito le ultime sigarette e gomme ai giovani operai.

E’ l’ultimo giorno a Songon e quindi anche l’ultimo pranzo a casa del nostro amico Barthèlemy. I saluti finali sono tristi, ma sappiamo comunque che ci rivederemo presto. Come dono di saluto riceviamo alcuni sacchi di pigment (peperoncino) e di attiéké (il couscous locale) che abbiamo manifestato di gradire molto.

Andiamo a casa del nostro amico Missionario Abbé Ackwadan. Pensiamo di riposarci un po’ nel suo giardino che dà sulla laguna, ma anche qui si sono radunate alcune persone malate e quindi, per circa un’ora, riprendiamo ad effettuare visite.

C’è ancora tempo per incontrare un delegato del Ministro per gli Affari Sociali e la Solidarietà, il Direttore del Gabinetto Jean-Paul Monne. Dopodiché passiamo a congedarci anche dalle Suore della Congregazione di S. Maria Consolatrice per un saluto finale. A loro lasciamo i pochi medicinali che non abbiamo distribuito e che le Suore provvederanno a portare in un’altra missione all’interno del Paese.

Venerdi 29 marzo
E’ il giorno del rientro. Nel poco tempo libero che ci resta dal prepararci alla partenza, ci soffermiamo ad ammirare le bellezze naturali del luogo. Che sono notevoli, non c’è che dire. Ma che potremmo apprezzare pienamente solo quando sarà debellata la povertà e le malattie che affliggono ancora, drammaticamente, questo Paese.

Carmen Seidel