PRESIDIO SANITARIO

Dopo le giornate intense con il RECID a Grand Bassam (vedi articolo), il mio primo appuntamento ad Abidjan è con S.E. Giancarlo Izzo, Ambasciatore d’Italia. Non è la prima volta che mi riceve e in questa occasione lo aggiorno sugli ultimi sviluppi dei nostri progetti sottoponendogli i risultati: il presidio sanitario in avviamento, la cooperativa delle donne in piena attività e le adozioni a distanza per le quali proseguiamo ad avere adesioni. Commentiamo le difficoltà di finanziamento di molte ONG a causa della mancanza di fondi della Cooperazione Internazionale del Ministero degli Affari Esteri e delle nuove priorità; infine discutiamo sulla situazione generale della Costa d’Avorio e delle elezioni che si terranno a fine ottobre. Al momento del congedo, l’Ambasciatore si raccomanda di mantenerlo informato sui futuri sviluppi dei nostri progetti, dimostrando grande disponibilità nei nostri confronti. Alla fine dell’incontro la sua gentilissima assistente Sig.ra Gabriella mi accompagna all’ufficio del consolato dove raccolgo informazioni sull’iter da intraprendere nel caso si volesse offrire una vacanza in Italia ad alcuni dei nostri bambini adottati nel Paese.
Uscita dall’ambasciata, mi reco alla Cattedrale di St. Paul, diventata oramai il punto di riferimento di Missione Futuro: qui abbiamo talvolta a disposizione l’ufficio di Abbé Akwadan o dell’addetto stampa padre Augustin Obrou, mentre altre volte ci riuniamo nella grande piazza della cattedrale ove ci sono sempre delle sedie a disposizione.
Nell’incontro con i membri di Missione Futuro Cote d’Ivoire, stabiliamo insieme le priorità dei prossimi giorni: l’ottenimento dei permessi per la gestione del presidio sanitario, l’arrivo del container e dell’ambulanza, la gestione delle adozioni a distanza, la cooperativa delle donne, un progetto di formazione collegato al nostro centro.
Noto con piacere che le varie mansioni sono state assegnate sapientemente ai singoli membri che con entusiasmo si prodigano per la buona riuscita dei progetti: chi si occupa dell’avviamento delle pratiche doganali, chi tiene il contatto con il Ministero della Salute, chi gestisce il progetto delle adozioni a distanza, chi supervisiona e coordina, etc. Noto anche, con piacere, che sono presenti alcuni nuovi membri di Missione Futuro determinati a dare il loro contributo. Restiamo ospiti a pranzo nella Cattedrale dove ho ancora il grande piacere di incontrare nuovamente tanti amici, tra sacerdoti e addetti. Contrariamente ad altre volte, il trasferimento per Songon si rivela particolarmente difficile.
Le strade infatti sono completamente bloccate, molte sono chiuse per il fango e per le enormi buche che si sono aperte in seguito alle piogge insistenti delle ultime settimane; a volte siamo costretti a procedere contromano o a superare la barriera che divide le due corsie della superstrada. Per non parlare dello smog e dei fumi neri che escono dai vari camion, taxi e pulmini. Infine, non riusciamo a trovare benzina dal momento che tutte le 5 stazioni lungo la strada sono chiuse. Risultato: ci mettiamo tre ore per percorrere appena 30 chilometri e sempre con gli occhi sulla spia rossa del serbatoio. Arriviamo a Songon, io e la mia figlia adottiva Sabine, stanche e sudate per la preoccupazione. Quando visito il nostro presidio sanitario insieme al costruttore Sekou Bamba che mi illustra i lavori effettuati, rimango davvero stupita: è tutto perfetto, bellissiilmo.
A spese sue e senza chiederci nulla, ha nuovamente imbiancato l’esterno e gli interni che si erano macchiati con le piogge e l’umidità, ha allestito la farmacia con dei banconi e ha fatto le ultime modifiche richieste dal Ministero della Sanità (speriamo che siano finite queste richieste!).
Ora manca solo l’allestimento che è in partenza con il container e finalmente potremo avviare questo grande progetto tanto sudato. Sabato, ho il mio attesissimo appuntamento a Songon-Kassamblé per incontrare tutti i nostri bambini adottati. Angèle, la nostra responsabile, li ha convocati per fare nuove fotografie, aggiornare la loro scheda e richiedere letterine di ringraziamento. Sono sempre momenti molto emozionanti vedere e abbracciare questi fanciulli così belli che sperano in un futuro migliore e si mostrano felici anche ricevendo una semplice caramella. Il giorno dopo invece, dopo la S. Messa e in presenza del parroco e degli anziani del villaggio, procediamo alla consegna in chiesa di due mensilità, facendo firmare ogni tutore su un apposito registro. Vorrei riuscire a trasmettere a tutte quelle famiglie italiane che generosamente sostengono questi bambini, quanta umiltà e gratitudine c’è in loro. Terminata anche quest’ultima incombenza, Angèle ci offre il pranzo, durante il quale approfondisco con il giovane parroco (che deve gestire 5 chiese nei vari villaggi) la situazione generale delle famiglie, alcune delle quali ci raggiungono per un saluto e per ringraziare. In questi giorni non mancano occasioni per attraversare la giungla a piedi dal convento delle Suore di S. Maria Consolatrice, che ogni volta mi ospitano con tanta amicizia e premurosità, ed arrivare al villaggio. Sono momenti preziosi dove cogliere l’atmosfera africana, incontrare gli anziani e le donne, passare qualche momento in riva alla laguna insieme a gruppi numerosi di bambini festanti, sempre e comunque cercando di capire le ragioni di tanta miseria e, nello stesso tempo, di tanta allegria e semplicità. Con un gruppetto di loro a seguito raggiungo a piedi “la gare” all’altro villaggio, cioè il mercato dove acquistare alcune cose per loro: c’è chi aveva la maglietta strappata, chi non aveva le scarpe; decido, però, di regalare loro anche un bel pallone.

L’ultimo giorno ad Abidjan si rivela faticoso: c’è in programma un ulteriore incontro con i membri locali di Missione Futuro, con la responsabile del Ministero della Sanità, con il responsabile della dogana per i nostri containers, con la Presidente della cooperativa delle donne, con il sindaco. Mentre scrivo queste righe, sta partendo la nave da Napoli con il nostro container e la nostra ambulanza che ho accompagnato personalmente nel porto di Napoli. Intanto, mi giunge la comunicazione del Nulla Osta da parte del Ministero della Sanità: il nostro presidio può iniziare le sue attività.

Che gioia! Missione Futuro ONG ringrazia: Gli amici di Brams Onlus (Associazione tra Rotariani del distretto 2030) nelle persone del Dott. Carlo F. Tondato (nostro accademico) e del Dott. Giorgio Crua che hanno reperito ed inviato ben 30 letti da ospedale, un intero riunito da dentista, poltrone, scrivanie, carrozzine per disabili e molto altro ancora La Direzione Generale e U.O. Sanità Internazionale e Cooperazione dell’ Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini e Paola Tonni, responsabile magazzino, che personalmente ha selezionato e preparato del materiale a noi utile come un ecografo, incubatrici, diversi comodini, aste portaflebo, carrelli etc. La Direzione Amministrativa del Presidio Ospedaliero G.B. Grassi e Ascenza Zaccaria che, anche lei con tanta premura, ha promosso la donazione di un letto da visita, comodini, carrozzine per disabili, portaflebo e altro. La Miniconf, nella persona del nostro Accademico Dr. Giovanni Basagni, che ha donato migliaia di capi di abbigliamento nuovi che ci permetteranno di vestire i nostri bambini La Saima Avandero SpA, nella persona di Luigi Cristiano, che ci ha generosamente messo a disposizione spazio nei loro magazzini per diversi mesi per permettere la raccolta “peu à peu” di tutto il materiale e che ha curato le pratiche e l’imbarco del container (40 piedi) e dell’ambulanza. Ringraziamo inoltre, per aver messo a punto la nostra ambulanza a costi ridotti l’Autocarrozzeria “New Center Car” (carrozzeria), la Multiservice Car (meccanica ed impianti) e Print-Out (per gli striscioni). Ed infine anche Marco Seto che ha condotto l’ambulanza gratuitamente da Roma nel porto di Napoli.

Un grande grazie a tutti Voi!